La Storia
Quasi tutte le città e paesi conservano una divisione territoriale nel nome, che può essere bipartita o marcata da un fiume che funziona da bisettrice, o tripartita come nelle città estrusche, o ancora quadripartita come nella piante delle città di origine romana. Anche il paese di Piancastagnaio presenta un’antica divisione territoriale: ce lo riferisce lo storico Giovanni Antonio Pecci nel suo manoscritto conservato nella Biblioteca Comunale di Siena. Lo scrittore nella sua opera “La storia dei Comuni della Repubblica Senese” così descrive la posizione geografica di Piano e la sua divisione topografica:
“E’ situata la terra di Piano-Castagnaio nella costa orientale del Monte Amiata, sul declive appunto, o scesa, ove termina una piccola pianura, che si stacca dall’ultimo giro di detto Monte, e per il quale alla cima del medesimo si ascende, pianoro coltivato con bellissimi castagni, l’ombra dei quali, nel calore estivo, serve a un grato e delizioso passeggio.
Il sito è tutto scoglioso, di figura rotonda, sebbene irregolare, circondato e racchiuso da mura castellane, ora in parte guaste o rovinate, l’aria vi è salubre, e la sua campagna è di media e adeguata fertilità a grani e a biade. Gli abitatori sono nelle arti, nella mercatura e nella coltura de’ loro campi, industriosi, d’ingegno sottile, di spirito vivace, pronti, arditi e parlatori.
E’ divisa la Terra in tre Terzi o Terzieri, che il primo, come più antico, si chiama tuttora il Castello, il secondo Borgo e il terzo Voltaia, questi due ultimi terzieri sono un’ampliazione fatta al primo vecchio circuito, e con tal ordine nominati si leggono nel più antico libro che si conservi in questa comunità”. Successivamente ai tre terzieri si aggiunse un’altra parte: lo Stretto, oggi chiamato Coro. All’interno del paese si svilupparono nel medioevo le vie, furono costruite le chiese con le varie Confraternite, si costituirono Compagnie d’Armi e si formarono i nuclei familiari. “Negli anni 1646 erano nel Borgo fuochi 141 e anime 571; nello Stretto fuochi 40 e anime 173; in Voltaia fuochi 116 e anime 470; nel Castello fuochi 93 e anime 229: e così in tutto fuochi 390 e anime 1443. Nella Corte vi erano fuochi 47 e anime 241; ed oltre alla detta popolazione vi erano 8 famiglie di Ebrei e anime 44”.
Periodo: dal 1 al 18 agosto
Ogni anno il 12 di agosto il Rettore del Magistrato delle Contrade, nella Piazza della Rocca, presenta al popolo gli Statuti elaborati dal Consiglio Maggiore nel 1416 giura di applicarli, rispettarli e farli rispettare. I tamburini e gli sbandieratori delle Contrade gli rendono omaggio con una gara in cui i più bravi conquistano il premio “Asta e Bacchetta”.
La sera del 17 agosto tutti i componenti del Magistrato e i figuranti delle Contrade accompagnano in processione la Madonna di San Pietro in onore della quale il giorno 18 agosto si corre il Palio, una corsa di cavalli a pelo in cui ognuna delle quattro Contrade, Borgo, Castello Coro e Voltaia, cerca di conquistare il drappo. La Contrada che meglio si sarà condotta per tutto il periodo della festa conquisterà il Cupello.
Statuti: leggi civili e penali elaborate dal Consiglio Maggiore
Cupello: piatto di ceramica dipinto da un artista