Borgo
Spiega bandiera con colori giallo-blu. Inalbera per propria insegna un cavallo rampante su scudo ornato da ghirlanda e portante il motto “Ad Maiora Versus”, a sottolineare la forza di volontà e la determinazione dei borghesi.
Castello
Spiega bandiera con colori rosso-verde. Inalbera per propria insegna un castello a due torri di cui il mastio a destra. Il motto della Contrada “In Castrum Securitas” esprime l’unione tra la rocca ed il suo popolo.
Coro
Spiega bandiera con colori rosso-nero. Inalbera per propria insegna un scudo che racchiude la regale aquila dorata simbolo della Contrada al di sopra di una pergamena recante la scritta “Vis Aquilae” – la forza dell’aquila.
Voltaia
Spiega bandiera con colori bianco-nero. Inalbera per propria insegna una quercia incorniciata da una porta ad arco. Il motto “Sub Querce Viribus Unitis” parla di accoglienza e protezione. La quercia rappresenta la forza di una Contrada unita.
Per saperne di più:
La storia delle contrade di Piancastagnaio
Nel corso del Medioevo, la divisione topografica delle città e dei paesi dette origine alle Contrade. Dove si sono affermate, come a Siena, Arezzo e in molti altri Comuni, le contrade hanno permesso ai cittadini che ne sentivano la necessità di organizzarsi, esprimere la propria vitalità ed inserirsi sempre più nel tessuto sociale della comunità.
Ogni Contrada sceglieva i propri emblemi e colori da simboli a cui tradizionalmente erano attribuiti importanti significati. Nel primo medioevo i tornei si disputavano dentro i castelli ed erano riservati al divertimento soltanto dei feudatari. Con l’avvento dei Comuni, quando il popolo ebbe accesso al governo della cosa pubblica, le Contrade e le Corporazioni d’Arti e Mestieri iniziarono ad organizzare gare e contese per rendere più liete e attraenti le feste religiose, dando sfoggio delle loro insegne dai colori sgargianti. nelle passeggiate storiche ed esprimono il loro tripudio di festa e di allegrezza che esplode in un grido di vittoria al termine della gara.
Nel nostro paese, ad onor del vero, la rivalità tra le Contrade si riscontrava soltanto nella Festa del Maggio. Ce lo riferisce lo storico G. A. Pecci nel suo manoscritto. I giovani Pianesi dal Pigelleto portavano a spalla il più bell’abete del bosco e lo issavano all’inizio del mese di Maggio in mezzo alla Piazza. Si formavano due Compagnie, quella del Fiore rappresentata dalla Contrada del Borgo e quella del Verde rappresentata dalle Contrade di Voltaia e di Castello. Da quel momento cominciava una quotidiana gara di fiori, di verde, di festoni e di ghirlande per adornare le strade, i palazzi, le piazze di tutto il paese.
Sotto l’albero del Maggio i giovani si esibivano in contese poetiche, talvolta di argomento amoroso, altre volte riguardanti temi sociali, che spesso terminavano in vicendevoli “frecciate” e sollevavano vivaci animosità contradaiole. Guai se qualcuno di una Compagnia avesse guastato l’infiorata dell’altra: sarebbe stata guerra aperta. Il tutto terminava con canti e danze intorno all’albero del Maggio simbolo della libertà. Di questa antica rivalità contradaiola pianese ne abbiamo traccia fino all’inizio del 1900. I nostri vecchi ricordano le sassaiole, chiassose quanto innocue, che si facevano alla Porticciola tra ragazzi della Contrada di Borgo e di Voltaia, e quelle per la Via del Giardino tra i ragazzi della Contrada di Borgo e la Contrada di Castello.